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CAPORALATO: IL SISTEMA AGRICOLO SI FACCIA GARANTE DEL CONTRASTO AL LAVORO IRREGOLARE E ALLO SFRUTTAMENTO

Bene, per Fai Cisl Fvg, l’operazione Caravelle. Attivo il numero verde 800.199.100 “Sos Caporalato” della Fai Cisl, per denunciare

Bene l’operazione “Caravelle”, ma la lotta al caporalato deve essere ancora di più una lotta di tutti: il blitz della Guardia di Finanza di Gorizia, che ieri ha portato all’arresto di quattro persone, dimostra come il fenomeno odioso del caporalato, presente anche nella nostra regione, non tema a sufficienza la stretta penale e vada quindi perseguito con costanza da tutto il sistema agricolo, che deve farsi garante del contrasto al lavoro irregolare e allo sfruttamento”: è così che il segretario generale della Fai Cisl Fvg, Stefano Gobbo commenta, con soddisfazione, la maxi retata di ieri. “Il nostro plauso va in prima battuta alle Forze dell’Ordine, che con caparbietà e professionalità hanno portato a termine un’indagine complessa poiché non è facile portare alla luce i casi di sfruttamento e di caporalato nel settore agricolo” – afferma Gobbo, ricordando che proprio la Fai è in prima linea contro lo sfruttamento, anche attraverso i presidi e sportelli aperti in tutto il Friuli Venezia Giulia a sostegno dei lavoratori e lavoratrici del comparto, ed il numero verde 800.199.100 “Sos Caporalato”, istituito a livello nazionale per denunciare irregolarità e casi di sfruttamento.

“L’indagine conclusasi ieri – aggiunge la segretaria Cisl Fvg, Claudia Sacilotto, con delega al settore agro-alimentare – dimostra che la Legge 199 del 2016 Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero e dello sfruttamento in agricoltura, fortemente voluta dalla Cisl, unitamente a Cgil e Uil, va nella giusta direzione, ovvero combattere e contrastare l’odioso fenomeno dello sfruttamento lavorativo, di cui la conseguente forma di  “schiavitù”  è quasi un fattore purtroppo scontato. Quello di cui forse i titolari delle aziende agricole non hanno consapevolezza è che nel caso utilizzino nelle loro proprietà “lavoratori sfruttati”, oltre alle multe amministrative previste, che vanno dai 1000 a 2000 euro per ciascun lavoratore reclutato, rischiano la reclusione da uno a sei anni”.

Oltre a punire i carnefici e tutelare le vittime – si legge nel comunicato stampa della Fai Cisl Fvg – da una parte, serve informazione e formazione verso le parti datoriali, forse inconsapevoli di cosa sta succedendo a casa loro, e, dall’altra, rilanciare il ruolo degli enti bilaterali agricoli territoriali, quindi sindacato e parti datoriali, per operare assieme e dare risposte importanti anche in termini di gestione trasparente del mercato del lavoro.

Resta poi l’appello del Sindacato: davanti alla centralità che assumerà il lavoro agricolo nei prossimi mesi, alla luce della guerra in Ucraina, che pone nuove sfide a tutto il nostro sistema produttivo agroalimentare, dobbiamo davvero lavorare uniti per garantire alle lavoratrici e lavoratori agricoli: tutele, formazione, opportunità di inclusione e partecipazione. In una parola sola “dignità”, mettendo in atto la condizionalità sociale prevista nella Pac dal 2023.